L'insostenibile leggerezza del non essere
Da qualche giorno l'Italia ha un nuovo governo.
Non ci sono volute nemmeno ventiquattro ore, dalla nomina del nuovo ministro della famiglia (attenzione, rigorosamente al singolare), che le frasi omofobe sono arrivate puntuali ad occupare le pagine della stampa italiana.
Sappiamo tutti cosa é stato detto e non intendo addentrarmi nell'analisi di chi ha pronunciato quella frase e quale possa essere stata la motivazione (la conosciamo tutti da ormai molti decenni).
Quello che voglio discutere, invece, é la natura profondamente pericolosa di queste affermazioni.
Quando qualcuno afferma che il ministro per la famiglia é 'fuori dalla storia', commette un errore enorme. Questo signore, infatti, conosce bene la storia e, credetemi, ci é immerso fino in fondo.
Negare l'esistenza di una realtá, infatti, (in questo caso l'esistenza delle famiglia arcobaleno) é una tattica che qualcun altro usó in passato.
Qualcuno si ricorda, per caso, del Codice Rocco? Qualcuno ha, per caso, studiato come il Fascismo affrontó il 'problema' dell'omosessualitá? Ah, scusatemi, é vero, queste cose non si studiano a scuola; me n'ero dimenticato, per caso ovviamente.
Ad ogni modo, il Fascismo liquidó la 'questione omosessualitá' con un rifiuto: 'In Italia sono tutti maschi', disse Mussolini, che si traduce in: 'in Italia gli omosessuali (o pederasti, termine in voga all'epoca) non esistono'. Certo, ovviamente Mussolini e chi gli era attorno, come pure tutta la popolazione, erano a conoscenza del fatto che invece gli omossesuali esistevano eccome in Italia ma quest'affermazione ed il rifiuto di includere l'esistenza dell'omosessualitá nel codice penale crearono un'isteria collettiva. Se qualcuno ci facesse un film, vedremmo una societá impegnata in una vera e propria caccia alle streghe. Chiunque fosse anche minimamente sospettato di essere omosessuale veniva arrestato, torturato e mandato in esilio. Fuori dalla societá, ai confini della nazione (che per il Fascismo era il mondo civile).
Ma perché tutto questo? Perché un'affermazione pubblica, seppure fatta in maniera veloce ed in tutta leggerezza, é in grado di fornire al popolo, ai media, alla societá, una visione ben precisa dell'ordine civile: 'Tu non dovresti esistere e se esisti sei un'aberrazione della nostra societá, un errore della natura, scarto da eliminare prima che tu possa infettare quelli sani'. Le affermazioni pubbliche, quindi, hanno un'importanza ed una presa sul popolo non indifferente.
Centinaia di omosessuali o sospettati tali vennero mandati in esilio nel ventennio fascista (alcuni revisionisti dell'ultim'ora definiscono queste colonie 'Isole per Gay', come se poi questi deportati in realtá venissero mandati in vacanza) a seguito di questo rifiuto di riconoscere l'esistenza, l'identitá di questi uomini.
É sbagliato, anzi, sbagliatissimo giustificare o mitigare queste affermazioni e liquidarle come mera 'propaganda post-elezioni'. Esse sono come semi che, una volta lanciati su un terreno fertile, cominceranno a crescere, radicarsi e anche mutarsi in forme piú cattive ed estreme. Questo governo e tutto il sostrato culturalmente omofobo italiano sono decisamente terreni molto fertili per portare l'omofobia esplicita, implicita ed interiorizzata a livelli piu avanzati, ma non sconosciuti alla nazione italiana.
Il negare l'esistenza delle famiglie arcobaleno é di certo anacronistico ma non 'fuori dalla storia', anzi, vi é una radicalizzazione in essa, in quella piú cupa per altro.
Siamo tutti chiamati a contrastare queste affermazioni quindi, LGBTQI o no per evitare che si ripetano le condizioni sociali e culturali che hanno portato a quelle deportazioni per cui, tra l'altro, nessuno si é mai scusato o ha mai eretto lapide commemorative (solo una piccola lapide fu affissa alle Isole Tremiti) o anche solo condannato.
Un rifiuto tanto leggero, all'epoca, diventó un macigno che schiacció vite, identitá, menti e corpi, non dimentichiamocelo MAI.